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Il fondo Allied Control Commission sul sito web dell’ACS

Sabrina Santangelo

in nn. 1-2/2009
La realizzazione dell’applicativo per la consultazione del fondo dell’Allied Control Commission (ACC) e la sua recente messa in rete, rappresentano un esempio importante di valorizzazione di un fondo documentario di grande interesse, assai ricco e per lo più inesplorato, sfruttando le enormi potenzialità offerte dalla diffusione sul web delle memorie culturali.
L’esperienza testimonia al tempo stesso il grande impegno, anche in termini economici, profuso dall’amministrazione archivistica al fine di porre in essere adeguate forme di accesso alla fonte documentaria, attraverso la sperimentazione delle soluzioni ritenute via via più idonee a soddisfare il fabbisogno informativo dell’utenza: dalla riproduzione su microfilm, alla messa a punto di un database consultabile in linea, fino alla digitalizzazione dei contenuti.
Tale percorso indica quindi come si sia giunti a ricoprire quel ruolo generalmente riconosciuto alle istituzioni culturali nell’era digitale, anche in sede internazionale, di “popolare di contenuti di qualità le autostrade di Internet” senza concepire, come talvolta è accaduto, l’offerta di contenuti e servizi in rete come fine ultimo ma piuttosto come efficace strumento di valorizzazione del patrimonio.
In tal senso l’iniziativa si configura come concreta attuazione del disposto del Codice dei beni culturali, il quale all’art. 6 definisce la valorizzazione come quella attività volta “ a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso”, a sua volta derivazione ed espressione della norma dettata in materia dal legislatore costituzionale nel ben noto art. 9.
Si tratta, inoltre, di una realizzazione in grado di superare quella “marcata ritrosia ad accedere a linguaggi propriamente divulgativi” propria degli archivi, che ha avuto modo di sottolineare di recente Guido Melis, avvicinando le carte d’archivio agli utenti e contribuendo in tal modo a comunicare identità e mission dell’istituto.
Ma quale utenza si aveva in mente nel momento in cui sono state disegnate le funzioni dell’applicativo ed è stata realizzata l’interfaccia utente?
Un’utenza eterogenea e variegata, ormai avvezza ad avere ingenti moli di informazione a portata di click, che si compone di coloro che abitualmente fruiscono dei servizi dell’Archivio centrale dello Stato attraverso la nostra sala di studio, la mediazione e la consulenza dei nostri colleghi, la consultazione degli usuali strumenti di ricerca disponibili.
Ma anche di persone di varia estrazione e formazione, che si avvicinano all’ACC per i motivi più disparati, anche per semplice e occasionale curiosità.
In entrambi i casi, credo si possa affermare che il nuovo strumento messo a disposizione presenti notevoli vantaggi nella consultazione del fondo rispetto al passato.
Non a caso, fin dai primi giorni successivi alla presentazione ufficiale del programma, avvenuta il 20 gennaio 2009, abbiamo riscontrato un grande interesse nei confronti dell’applicativo, testimoniato non solo dai dati relativi all’accesso ma anche da numerose richieste di informazioni e contatti ricevuti attraverso i canali tradizionali a seguito della consultazione sul web.
E ciò ha interessato anche la prima categoria di utenti, gli esperti, per così dire, che si era scontrata in precedenza con strumenti di ricerca di gran lunga meno “user friendly”, in particolare la pubblicazione n. 1190 dei National Archives: Subject File Headings for the records of the Allied Control Commission (Italy), 1943-19471.
L’ARCHIVIO

L'archivio della Commissione Alleata di Controllo e del Governo Militare Alleato è conservato presso il NARA (National Archives and Records Administration) a Washington, mentre l'Archivio centrale dello Stato offre la consultazione della riproduzione su microfilm dei documenti prodotti nel corso dell’attività svolta in Italia nel periodo dal 1943 al 1947.
Ovviamente non è facile né opportuno ripercorrere, anche in sintesi, le vicende che hanno caratterizzato il periodo in cui, a partire dal 10 luglio 1943, gli Alleati sbarcarono in Sicilia avanzando verso nord e liberando man mano porzioni di territorio. Come noto, le istituzioni alleate si sono trovate a vivere un’esperienza politica e amministrativa assai singolare, colma di commistioni tra fattori e motivazioni politiche, militari, sociali ed economiche, in un clima estremamente confuso e ambiguo, reso ancora più problematico dalla difficile gestione dei rapporti all’interno delle potenze alleate e con il governo e la popolazione del posto, attraverso tensioni, difficoltà linguistiche, sovrapposizioni giurisdizionali, frustranti scostamenti tra le previsioni e l’effettivo evolversi della guerra.
Istituita dal Generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate nel Mediterraneo, la ACC cominciò ad operare il 10 novembre 1943 con lo scopo principale di garantire l’adempimento delle clausole armistiziali, favorire le relazioni con le Nazioni Unite, supportare la Quinta e l’Ottava Armata impegnate nelle operazioni militari in Italia, aiutare la popolazione ridotta allo stremo e creare il substrato necessario all’avvio di nuove istituzioni italiane su base democratica. Per realizzare questi obiettivi fu creato un organismo politico militare, articolato in commissioni e sottocommissioni, in cui furono impegnate circa 1500 persone. L’ACC affrontò numerosi e complessi problemi, e spesso fu impegnata in interventi di recupero dei beni culturali italiani. Emblematico lo sforzo degli alleati affinchè i bombardamenti aerei salvaguardassero i centri storici o anche quello riguardante le opere di restauro dei monumenti. In molti casi pessima sorte toccò alle carte, spesso gettate nella spazzatura o riutilizzate, ad esempio in Sicilia, come carta da avvolgere. L’analisi della documentazione prodotta rivela una grande attenzione dei vertici dell’ACC nei confronti degli archivi. L’archivio che oggi consultiamo, oltre ad essere stato depurato di circa il 30% dei documenti ritenuti superflui, è il frutto di una riorganizzazione delle carte attraverso un sistema di classificazione ( presentato nell’applicativo) costruito a posteriori. L’organizzazione delle carte riflette innanzitutto tre livelli organizzativi: il Quartier generale (Headquarters), l’articolazione regionale e provinciale e il Governo Militare Alleato ( AMG ). I documenti all’interno dei livelli organizzativi sono divisi in varie categorie a seconda del settore di attività. Gli indicator sono i 106 numeri a 5 cifre usati per identificare ogni livello organizzativo ( ad esempio 10000 indica Headquarters, 11200 Region XII, Venezia, 11203 Padova Province.). Il numero a tre cifre denominato subindicator definisce invece una delle 67 materie in cui si articola l’attività di ciascuna funzione, amministrazione, area geografica ( ad esempio il codice 145 sta per Monuments, Fine Arts and Archives ). Quindi, in linea generale, per identificare documenti di interesse occorre incrociare i livelli organizzativi con l’appropriato subindicator. La lettura della documentazione consente, pertanto, di reperire preziose informazioni in numerosissime materie, da quella economico finanziaria a quella legale, dalla sanità alla pubblica sicurezza, dai trasporti e le comunicazioni ai lavori pubblici e le aziende di pubblico servizio, dall’istruzione ai beni culturali.
L’APPLICATIVO

Il progetto ha visto coinvolti fin dall’inizio l’Archivio Centrale dello Stato e l’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario.
Il programma messo a punto, non solo consente la consultazione del patrimonio documentario prodotto dall’ACC e dall’AMG, ma supporta anche l’attività di catalogazione delle unità documentarie ancora da inserire. Sono previsti, infatti tre diversi profili: l’amministratore, che gestisce le informazioni presenti nella banca dati con possibilità di aggiungere , correggere o annullare le stesse, l’operatore, che si occupa dell’inserimento dei dati di catalogazione, e l’utente.
Soffermandoci sulle caratteristiche offerte dal programma all’utente all’indirizzo http://www.archivi.beniculturali.it/ACS/, queste riguardano la possibilità di consultare l’inventario e di svolgere ricerche nel database. Una volta ultimata l’attività di digitalizzazione del fondo attualmente in corso, sarà inoltre possibile visualizzare i documenti selezionati.
Nella sezione Inventario è possibile rinvenire una introduzione che ripercorre sinteticamente la storia dell’istituzione e accedere alla descrizione delle unità archivistiche, contenente l’indice di classificazione, il titolo, gli estremi cronologici e la consistenza. Sono possibili tre diverse strategie di ricerca. Attraverso “Ricerca geografica” è possibile selezionare la regione di interesse e, a partire da questa, i documenti relativi alle province cliccando successivamente in corrispondenza di ciascuna di esse ovvero i documenti relativi a tutta la regione e alle singole province grazie al link presente in fondo alla pagina.
Occorre precisare che la carta geopolitica dell’Italia presentata nell’applicativo evidenzia le regioni in cui gli Alleati suddivisero la penisola; tuttavia tale ripartizione non corrisponde alla organizzazione politico-amministrativa italiana di allora ma alla struttura dell’inventario.
Selezionando “Ricerca Headquarter e Allied Military Government” si accede invece alla documentazione riguardante il Quartier generale e l’AMG ( V e VIII armata ), relativa a tutto il territorio controllato, espandendo il menù presente nella parte sinistra della pagina.
Infine, “Ricerca avanzata” consente di effettuare ricerche nell’intero database a partire dai dati di descrizione o di collocazione fisica della documentazione ( bobina o scaffale ).

PROSPETTIVE FUTURE

Allo stato attuale sono state schedate circa 5.000 bobine su un totale di più di 7.200. Entro il 2011 si prevede di concludere l’attività di inventariazione delle bobine e di digitalizzazione dei microfilm. Anche l’applicativo potrà essere migliorato per meglio soddisfare le esigenze dell’utenza, magari prevedendo una maggiore interazione.
1 Si tratta dei 18 volumi di subject file headings relativi all’archivio dell’ACC, contenenti la lista dei titoli dei fascicoli arricchita da sei appendici ( tra le quali la lista degli indicator e dei subindicator, l’elenco delle regioni e delle provincie italiane, il documento istitutivo dell’ACC e gli organigrammi della ACC), consultabili ancora oggi in archivio e conservati in 5 voluminose scatole.


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