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Il Diplomatico dell’Archivio di Stato di Palermo
![]() Dopo l’istituzione dell’Archivio diplomatico di Firenze, voluto dal granduca Leopoldo II nel 1778, e a seguito dell’analoga concentrazione di documenti membranacei nella Milano napoleonica (a partire dal 1803), la costituzione di raccolte di materiale documentario di pregio, con prevalenti finalità di studio e di ricerca, divenne pratica diffusa nei maggiori archivi italiani soprattutto dopo la soppressione delle corporazioni religiose. A questo modello si collega la formazione del primo nucleo del Diplomatico dell’Archivio di Stato di Palermo, costituito inizialmente da pergamene di pertinenza degli ordini soppressi e successivamente accresciuto da ulteriori nuclei documentari depositati o donati da vari soggetti nonché acquistati sul mercato antiquario. Oggi il Diplomatico consta di 6.347 documenti e si compone di dieci fondi di corporazioni religiose soppresse (monastero di S. Maria del Bosco di Calatamauro, Mensa vescovile di Cefalù, monastero di S. Maria di Gangi, monastero di S. Maria delle Giummarre, monastero di S. Maria la Grotta, monastero di S. Margherita di Polizzi, monastero di S. Maria di Malfinò poi S. Barbara, monastero di S. Maria Maddalena di Valle Giosafat e di S. Placido di Calonerò, monastero di S. Maria Nuova detto la Martorana, commenda della Magione), dell’archivio aggregato Tabulario dell’Ospedale grande di Palermo (comprendente il Tabulario dei monasteri di S. Filippo di Fragalà e S. Maria di Maniaci, le Pergamene D’Afflitto già Tabulario del monastero di S. Bartolomeo e il Tabulario dell’Ospedale grande di Palermo), delle collezioni Pergamene Valenza e Raccolta delle pergamene dell’Università degli Studi di Palermo, di tre complessi estratti da archivi privati di famiglia conservati nell’istituto palermitano (Pergamene Trabia, Pergamene Firmaturi, Pergamene Trigona), di altri tre complessi documentari – forse residuali – relativi alle famiglie Landolina, Montalto e Denti di Piraino, di un fondo che aggrega documenti inerenti ad una istituzione municipale siciliana, il Diplomatico dell’Università di Corleone e, infine, della miscellanea Pergamene di diversa provenienza. Questa articolazione del macro-fondo Diplomatico e la conseguente ridenominazione di taluni complessi è parsa, nel corso del recente lavoro di inventariazione elettronica, la più adatta a rappresentare la provenienza, la qualità e la natura del materiale archivistico.
Nell’ambito del Sistema informativo degli Archivi di Stato (SIAS) l’Archivio di Stato di Palermo ha avviato sin dalla fine del 2004 i progetti di digitalizzazione e inventariazione elettronica del Diplomatico e ha promosso, tramite l’Istituto centrale per gli archivi, lo sviluppo di un applicativo per la descrizione analitica di materiali speciali quali le pergamene e i sigilli. La fase di sperimentazione, che ha trovato un valido supporto nel Dipartimento di studi storici e artistici dell’Università degli studi di Palermo, ha richiesto un impegnativo periodo di collaudo della “scheda pergamene” e soprattutto una lunga fase di verifica per la selezione sia dei campi di descrizione in rapporto alle norme internazionali e alla manualistica di settore, sia delle modalità espressive dei contenuti informativi in rapporto alle necessità della comunicazione in rete. Nel tentativo di mettere sempre meglio a fuoco i canoni descrittivi diplomatico-archivistici e di combinare questi ultimi con l’interpretazione degli interessi dell’utenza, il sistema ha subito numerose modifiche e continui aggiornamenti, che hanno imposto a loro volta una costante revisione dei dati inventariali progressivamente inseriti.
Entrando nel dettaglio della compilazione della “scheda pergamene”, l’inventario elettronico del Diplomatico dell’Archivio di Stato di Palermo fornisce le seguenti informazioni: identificativo (coincide con l’acronimo della segnatura archivistica), datazione, regesto, tradizione, supporto, dimensioni, stato di conservazione, lingua e scrittura, miniature, sigilli attuali, sigilli originali, annuncio del sigillo, data di redazione e nome del redattore della scheda. Nei casi più significativi la scheda è stata arricchita da indicazioni relative alle note sul supporto, ai segni di convalida, alle antiche segnature e alle notazioni di cancelleria. In bibliografia si dà notizia dello strumento archivistico da cui è tratto il regesto e delle eventuali edizioni. Sono inoltre indicizzati i toponimi relativi al luogo di redazione dell’atto e gli antroponimi degli autori dei documenti pubblici e semipubblici e di notai e giudici ai contratti dei documenti privati.
Parallelamente all’avvio dell’attività di schedatura del Diplomatico si è avviato un progetto di acquisizione su supporto digitale delle immagini di questo materiale documentario. Tali immagini, acquisite con scanner Metis DRS A1 Plus/Book, sono disponibili in due formati: quelle in tiff (con risoluzione a 300 dpi e colore a 24 bit) costituiscono la copia digitale di sicurezza; quelle in jpeg (con risoluzione a 96 dpi e colore a 24 bit) sono predisposte per consentire agli utenti una più rapida e agevole consultazione in web. Le riproduzioni digitali sono direttamente collegate alle schede descrittive del materiale documentario: la loro visualizzazione avviene dunque contemporaneamente al recupero delle informazioni archivistiche nell’inventario elettronico. Pertanto il fac-simile digitale del documento non si presenta mai in modo isolato e autoreferenziale, ma è sempre accompagnato dalla descrizione del suo contenuto e dall’indicazione del complesso documentario a cui appartiene.
L’attività di inventariazione e di digitalizzazione del Diplomatico dell’Archivio di Stato di Palermo è ormai giunta quasi a conclusione. Ad oggi sono disponibili in rete di 5.152 schede descrittive; a 1.032 di esse sono allegate le relative immagini digitali (i dati sono consultabili in rete all’indirizzo URL: http://www.archivi-sias.it); le restanti, già acquisite su supporto digitale, sono attualmente in fase di post elaborazione. Alle informazioni relative al patrimonio documentario, ai soggetti produttori e agli strumenti di ricerca dell’Archivio di Stato di Palermo in ambiente SIAS si può inoltre accedere anche dal sito www.archiviopa.it.
* Direttore dell’Archivio di Stato di Palermo |
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